March
05
2014
belli2

Festa della Donna con Renzo Belli

In occasione della festa della donna, sabato 8 marzo alle ore 17:00,  si inaugura la mostra fotografica di Renzo Belli “guardala negli occhi”, curata dall’associazione Fuori Programma, che resterà aperta anche lunedì 10 marzo.

La mostra raccoglie una minima parte dei ritratti di donne che Renzo ha eseguito negli anni. 20 scatti in bianco e nero di amiche, alunne, studentesse o addirittura passanti. Dietro ad ogni fotografia si trova un nome, una storia, una conversazione, a volte brevissima, avvenuta ad un angolo di strada, sotto a un portone, in fila per entrare in un museo.

Ognuna regala un sorriso, impressiona il negativo lasciandosi cogliere in un atteggiamento riflessivo, oppure guarda direttamente il fotografo e l’osservatore – mai per sfidarlo ma per affermare con naturalezza la propria identità.

Renzo Belli inizia a fotografare nel 1987. Prima di questo, è un viareggino che è partito per mare dopo il diploma nautico, ed è forse l’ultimo testimone di una pratica di marineria che aveva coinvolto i ragazzi nati qui per due secoli. In seguito, mentre è assistente di astronomia al Nautico di Livorno, si laurea in Fisica all’Università di Pisa. Dopo aver insegnato per qualche anno, diventa preside: inizia così il lungo sodalizio con gli studenti ed i giovani che egli accoglie come interlocutori ed amici. Il mare, le stelle, la fisica, i ragazzi: questo è il terreno sul quale le riflessioni del sempreverde Renzo si sono acresciute negli anni, acquisendo la forma delle immagini. Osservando le sue foto non le si potrebbe definire altrimenti: immagini che sono il frutto momentaneo di una lunga conversazione o di un flusso di pensieri, che il fotografo ha avuto l’abilità di catturare e rendere eterno. Renzo Belli scatta in analogico: sceglie, sviluppa e stampa le sue foto nella propria camera oscura. Osserva emergere i volti e le situazioni dalla carta, abilmente gioca con la luce per dosare i due colori chiave della sua espressività, il bianco e il nero. Il dualismo cromatico delle foto di Renzo non dà assolutamente la sensazione che manchi loro qualcosa, piuttosto le arricchisce, estrapolandole dalla nostra abituale dimensione, facendoci scoprire particolari impensati. Ecco che, in bianco e nero, le linee, l’erba, le mani, le rughe ed i capelli ci parlano e ci insegnano che la loro essenza è ben altra, è nell’emozione empatica tra il ritratto e l’osservatore. Qualcuno ha detto che: “Renzo è semplicemente geniale nel ritrarre gli stati d’animo, la sua foto è una foto dell’anima” (A. Fattori). Perfino nei reportage sui Viaggi della Memoria presso i Campi di Sterminio emerge il suo punto di vista toccante, attento a ricreare un senso d’intimità, che in questo caso non intacca la pesantezza e l’orrore della memoria ma la rende irrinunciabile ed umana. Così, ancora l’amico e collega Aido Fattori definisce le foto in biano e nero di Renzo scattate nei campi di concentramento dove si sono consumate le tragedie della Shoah: “Le immagini sono pietre, paesaggi tormentati e tormentosi in un bianco e nero che fa tremare le vene e i polsi. Il candore della neve appena appena riesce a stemperare gli orrori, sembra in qualche modo calarsi, qual velo pietoso, sulle umane vicende. (…) I volti paiono perdere i loro connotati (…), diventano tenui presenze in un mondo irreale nel quale nessuno vuole essere fino in fondo presente. (…) Reale e irreale trovano nell’obbiettivo di Renzo la loro sintesi: è come se ti prendesse per mano e con la pacatezza di cui è maestro ti accompagnasse  (…)”.

Renzo è un cantore dell’identità femminile: lascia che le donne lo guardino o le osserva mentre guardano il mondo attorno a loro. Le immortala nel momento in cui esse lasciano intravedere, da uno spiraglio della propria anima, dai propri occhi, la luce o l’ombra con le quali loro stanno abitando. Renzo, in quanto uomo, ci insegna il modo attraverso il quale, chi lo desidera, può riuscire a toccare l’animo di una donna: guardandola negli occhi.

Le foto dell’inaugurazione

 

 



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